Torrecuso – Storia

Antonio Mellusi

Storia
«Là del Taburno a l’ultima pendice
tra infranti torri appare un paesetto
dai Longobardi eretto
sopra un gruppo di sassi ameno ed erto
ed al furor sempre de’ venti aperto……
……un borgo su l’altura levato, in vecchio stile,
col bruno suo maniero e ‘l roseo campanile:
è Torrecuso.»
(Antonio Mellusi)

Così come ci dicono i versi del Mellusi, Torrecuso nasce come castello costruito dai Longobardi a difesa e guardia della città di Benevento.
Il colle a Nord di Benevento su cui fu edificato questo castello, da probabilmente origine anche al nome di Torrecuso. Torrecuso cioè viene da “Torus” o “Toronis” che significa altura o colle, rispondente alla situazione del paese; da “Torus” poi il diminutivo “Torricolus” donde, per successivi pervertimenti, “Torlicoso” e infine Torrecuso.
Il Borgo Antico è di impianto medioevale. Su tutto domina il Castello. Questo fu costruito secondo i canoni architettonici dell’epoca: una struttura triangolare a tre torri. Intorno al Castello si sviluppa tutto il Centro Storico rimasto pressoché intatto e recuperato da poco. La forma del borgo medievale di Torrecuso ancora oggi si può osservare chiaramente.
Lo storico A. Mellusi nella sua opera “Le memorie del Castello di Torrecuso” definisce benissimo il suo perimetro.

Antonio Fusco

– La bis-torra
– Porta S.Nicola
– La Torre a Maestro
– La Torre a Ponente
– Porta Caere
– La Torre a Libeccio,
– Il palazzo x Feudale
– La Torre a Oriente
– E la Bistorra di nuovo.


 Il prof. M. Coletta, docente di Urbanistica presso l’Università Federico II di Napoli, in un suo scritto lo descrive così:” Torrecuso conserva tutta una serie di stradine, o rampe, quasi parallele che sboccano in Larghi ed in angoli pittoreschi per gli archi che li delimitano e per le caratteristiche casette in pietra che vi si affacciano ornate di scale a giorno. Chi si incammina per le strette viuzze che si svolgono in senso ovoidale e attraversate a loro volta da altre a raggiera, facendo perno intorno alle piazzette antistanti le due chiese dominate dalla imponente costruzione del Castello marchesale, si accorge subito di trovarsi in un centro che si è sviluppato unicamente in funzione di difesa; per questo motivo mancano monumenti di qualsiasi genere.”
Fu dominio feudale dei Fenocchio, per poi passare ai Della Leonessa, ai Caracciolo e infine ai Cito.
Sul finire del ‘700, sotto il dominio dei marchesi Cito, l’antico castello a tre torri fu convertito, ad opera dell’architetto Barba, in palazzo settecentesco di stile vanvitelliano.
Fu sempre Comune autonomo e tra i secoli XVII e XVIII, conseguì la sua massima prosperità, con un ceto civile numeroso ed insigne per probità e cultura.

Antonio Fusco è stato un altro dei figli illustri di Torrecuso. Nato il 27 Ottobre 1873, fu sacerdote e studioso di storia. In questa veste frequentò gli studi universitari a Napoli dove conobbe e frequentò Benedetto Croce, da cui fu molto apprezzato per le sue doti intellettuali. Tra i suoi amici ed estimatori ci fu lo stesso Antonio Mellusi. Morì il 28 dicembre 1908 a Messina, dove insegnava al Liceo Classico, nel corso del violento terremoto che quel giorno squassò l’intera città.

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